Giulio ha sei anni, e negli ultimi tre ha preso confidenza con l'uso del mouse e con le principali funzioni di un personal computer multimediale: mettere e togliere i dischetti, lanciare i programmi, navigare nelle interfacce grafiche, giocare, apprendere anche senza volerlo. Che cosa succede, però, se si crea un cortocircuito tra gioco e sapere nell'ambito di uno stesso prodotto multimediale? L'occasione ci è data dall'arrivo di Omnia junior il reference De Agostini dedicato ai più piccoli: sei-dodici anni dice la confezione. Lui ai comandi, io a fianco e via. Ma Giulio non aspetta quasi mai il colpo dello starter: «Ciao, ti informo che hai lo schermo impostato a più di 256 colori...». «E’ Leo!», riconosce Giulio, che ha utilizzato in precedenza un'altra storia interattiva di Daniele Panebarco (Il tesoro di Venezia) e ha una memoria visiva di prim'ordine. L'impressione di familiarità è confermata dalla sigla, molto televisiva, che lui come tutti bambini non vorrebbe interrompere mai, perché è un elemento che coniuga spettacolarità e informazione. Come la pubblicità. Ce la vediamo per intero. Ed eccoci al menu principale. Tra le tante opzioni, una su tutte convince Giulio: «I giochi!». Dodici, mediamente veloci e difficili, hanno tutti una certa valenza cognitiva e servono a sviluppare le abilità sensomotorie legate ovviamente all'uso del mouse. Ma in che rapporto stanno con il resto dell'enciclopedia? Vediamo la storia dell'evoluzione. «Come vuoi vederlo?» propone il solito personaggio guida: Come un film, Lo voglio leggere, Saltellando qua e là... Clic: Come un film. Ovviamente. «Tutto ebbe inizio molto tempo fa, precisamente di lunedì, perché le storie non iniziano mai a metà settimana...». Ci sono la caccia, i piaceri della mangiata di gruppo (sorta di barbecue ante litteram reso possibile dalla scoperta del fuoco), il vantaggio competitivo dato ai nostri antenati dal pollice opponibile, la conquista della stazione eretta... Il secondo grande racconto riguarda la scienza che sceneggia l'origine della vita, l'evoluzione dai pesci ai dinosauri, il pollice opponibile (un must!), l'energia e il moto. C'è anche una sezione musica, che non c'entra molto ma sottolinea una volta di più le intenzioni ludiche dell'opera. La ricerca per argomento è quella che lo affascina di più e nello stesso tempo lo mette in crisi: essendo un bambino molto pignolo, vorrebbe vedere in un colpo solo tutta la trattazione delle scienze, della storia e della religione, della Terra, dell'arte, il mondo del lavoro e quello della tecnologia... l'organismo umano no, ne sa già abbastanza. «Papà», mi dice «queste cose le abbiamo imparate prima». E’ vero, senza accorgercene siamo scivolati nelle nozioni (non nel nozionismo) partendo dai videogiochi. E’ la curiosità che guida l'occhio e la mano di un bambino, né più ne meno che per un adulto.